Sono 21.463 i CASI DI MESOTELIOMA, il tumore da amianto, censiti dal 1993 al 2012 nel Registro Nazionale Mesoteliomi (Renam).
Sono stati 1407 nel 2006, in costante crescita fino ai 1524 del 2011; c'è un numero analogo di tumori al polmone da amianto secondo i dati dello stesso registro mesoteliomi.
Una strage in crescita, quella causata dall'amianto, bandito dal 1992, ma ancora presente e pericoloso.
A Casale Monferrato si evidenzia il peggio di questo dramma ma possiamo intravvedere anche le possibili risposte.
Infatti durante l'ispezione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti abbiamo acquisito molti dati.
Dai 49 casi di mesotelioma nel 2014 si è passati ai 79 del 2015, in un paese di 35mila abitanti, l'incidenza più elevata d'Italia.
Solo il 50% ha un'esposizione professionale, l'amianto va messo in sicurezza al più presto. Si sono ammalate persone di soli 42 anni.
A Casale oltre al dramma c'è la risposta: per smettere di farsi beffare dall'amianto è necessario confinarlo in luoghi a minimo rischio secondo le normative, la discarica di Casale accoglierà a regime circa 58mila metri cubi di amianto, la sezione per l'amianto friabile ne accoglie circa 8mila. Lo stabilimento Eternit verrà trasformato in un parco calpestabile, con al di sotto tre piani di amianto in sicurezza. Ben venga la ricerca su metodi di inertizzazione definitiva ma intanto non è possibile tergiversare sulle circa 40 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto nel nostro Paese. In Piemonte potrebbero esserci oltre 100mila siti contenenti amianto, mezzo milione in tutto il Paese.
La discarica monomateriale di Casale a KM 0 è costata circa 3 milioni di euro, ci sono 10 regioni italiane senza discariche adeguate per amianto. Ogni anno l'Italia spende oltre 50 milioni di euro per spedire amianto all'estero e in tutto oltre 1 miliardo e mezzo di euro fra parziali bonifiche, danni sanitari e previdenza; gettiamo le risorse che servirebbero per mettere in sicurezza al più presto l'amianto e salvare migliaia di persone. Più è lenta la bonifica più vittime ci saranno.
A Casale l'amianto friabile, il polverino residuo, veniva regalato ai lavoratori e agli enti locali per coibentare edifici privati e pubblici, ed era anche negli asili.
È necessario completare la mappatura dell'amianto e procedere celermente con la rimozione.
È necessario garantire che i fondi siano fruibili senza vincoli temporali (vedi Patto di Stabilità): Casale rientra in un Sito di interesse nazionale per inquinamento da amianto insieme ad altri 47 comuni, i cittadini meritano sicurezza e tutta l'area merita di essere valorizzata per il pregio storico, culturale e paesaggistico, per le eccellenze gastronomiche.
Con un po' di buon senso ci faremo beffa dell'amianto a Casale e nel resto d'Italia.
Alberto Zolezzi
Stefano Vignaroli